[Segnalazione][Film]:Thank you for smoking

giugno 29, 2009

Volendomi riallacciare al discorso fatto sull’anonima sofisti, vorrei portare all’attenzione un film, forse passato un po’ troppo in secondo piano: Thank you for smoking.

La trama è piuttosto semplice ma è decisamente originale per questa sua semplicità: Nick Naylor (d’ora in poi NN) è un lobbista. A dire il vero, È IL lobbista per eccellenza in quanto portavoce dell’Accademia degli Studi sul Tabacco. Il film gira intorno al suo lavoro ed ai suoi metodi poco ortodossi per dimostrare che effettivamente fumare non fa male. Il suo mestiere, come lo descrive lui stesso, è parlare. E lui è il migliore in quello che fa. NN è separato dalla moglie ed ha un figlio che sebbene in un primo momento si vergogni del padre (intrigante la scena in cui NN parla difronte alla classe del figlio, arrivando a confondere le idee dei ragazzi sul fumo) finirà per essere l’unico suo vero sostenitore.

Non ci si deve ingannare perché il film è totalmente privo dei soliti moralismi, anzi, è quantomeno strano che gli americani siano riusciti a fare un lungometraggio del genere visto la loro indole buonista. Chi mi conosce (oltre ad evitarmi) sa per esperienza che il buonismo non trova posto nel mio mondo. Diciamo che questa più che una recensione è una segnalazione, anche perché di cinematografia m’intendo poco.

Ypocrisis

giugno 29, 2009

Finalmente le vacanze. Il periodo più atteso dell’anno, almeno per quanto mi riguarda. Pensavo che mi sarei dedicato alla stesura di una nuova recensione, tuttavia, ho sentito il bisogno impellente di scrivere riguardo un argomento differente: l’ipocrisia.  Mi rendo conto che la Internet, riguardo a tale tema, rigurgita schifezze e brani in quantità sufficiente per riempire svariati miliardi di pagine. Quindi se non ve la sentite di leggere l’ennesima sciocchezza il mio consiglio è sempre il solito. Non leggete. Non mi offendo, anzi.

Non si può cominciare una storia comune senza presentare un antefatto, ovvero come mi sono ritrovato a scrivere questo articolo: sono una persona piuttosto kattifa e d’indole rabbiosa quando si colpisce il punto giusto. A scoccare il dardo di Paride è stato uno dei blog più visitati dagli italiani. No, non parlo di quello che fornisce porno gratuito. Non svelerò il nome del blog perché queste pagine virtuali cercano di rimanere il più possibili neutrali dalla politica (anche se una simpatia per il Dott. Mengele la sento in modo sempre più pressante).

Dott. Mengele. Aveva trovato un metodo per riciclare le persone. Solo che lha usato su quelle sbagliate.

Dott. Mengele. Aveva trovato un metodo per riciclare le persone. Solo che l'ha usato su quelle sbagliate.

Se il/la Molto Onorevole 様 (-sama: termine onorifico giapponese) o qualcuno che mi stesse leggendo, dovesse sentirsi offeso da quanto detto fino ad ora ripeto la regola aurea di questo forum: “Sei un imbecille. Impara a leggere!”. Se, invece non ritenete giusto che io commenti e critichi quanto riportato in un blog o un forum altrui, non solo siete dementi ma siete pure sofisti e quindi sacchi di carne, ossa e sangue che dovrebbero essere riciclati come combustibile (cft. Dott. Mengele). Almeno sareste utili a qualcosa. Perché mi arrabbio tanto? Per due motivi:

  1. Il blog e il forum in questione sono scritti con un itagliano da cuinta elementare
  2. Mi ha rovinato in parte le vacanze. Tale azione è sacrilega!

Qualche giorno fa, non essendo ancora in vacanza, pregustavo la possibilità di sedermi in fronte allo schermo e vagliare le novità cinematografiche. Che ti scopro invece? Che è guerra aperta contro lo streaming. Perché?Per i diritti d’autore. Permettetemi una piccola digressione per meglio argomentare:

Siamo esseri pensanti, diceva Cartesio, forse è proprio questo a renderci superiori agli animali. Probabilmente no, anche gli animali pensano, si  evolvono, imparano e compiono atti che, egoisticamente, abbiamo considerato propri dell’uomo. Probabilmente se Cartesio fosse vissuto in tempi recenti avrebbe deciso di non interrogarsi sull’essere dimostrato dal pensiero, ma sugli scempi che  accadono a non usarlo. A ragion veduta questo, ad un occhio poco attento, potrebbe sembrare centrare pressoché nulla con quanto seguirà. “Pensanti” è un participio presente non adatto ad esprimere l’azione, in quanto implica che sia costantemente in atto. Un modo più veritiero sarebbe: “Siamo esseri con capacità di pensiero”. Aristotele probabilmente storcerebbe il naso, in quanto la vaghezza del termine “capacità” (derv. capace) lascia il tempo che trova. Per i nostri scopi andrà più che bene.

Ebbene se siamo capaci di pensiero, necessariamente questo o lo si usa oppure no. Tertium non datur. Non c’è la classica terza alternativa che ci spingiamo ad inserire per moto buonista (ovvero: “poverino, non ci arriva”). Noto con disgusto crescente che la scelta a carattere maggioritario è la seconda. Un vero peccato.

Ora, se il/la Molto Onorevole 様 avesse veramente usato l’oggetto a nord delle sopracciglia, saprebbe che la “pirateria online” (1) non lede i diritti d’autore. Fornisce invece una pubblicità gratuita ed un metodo sicuro per la difesa del consumatore da alcune delle porcherie con cui abbiamo a che fare ogni giorno. Ma analizziamo con calma la situazione:

  • Pubblicità gratuita

È il caso del film Man from Earth di Shenkman. Per non scadere nella pedanteria diciamo solamente che la “pirateria” ha trasformato nel giro di poche settimane un fallimento in un discreto successo. Lo stesso regista lo riconobbe pubblicamente e ringraziò pubblicamente di aver rubato il suo film (Producer thanks Pirates for steling his film). Uno dei commenti fatti è: “Ma senza i pirati, avrebbe potuto vendere anche di più”, certo, e tu dimostri di non sapere come si sono svolti i fatti. Al/alla Molto Onorevole 様 non dirà nulla. Voglio essere generoso e concedere al/alla Molto Onorevole 様 il beneficio del dubbio (d’ora in avanti BD), anche se da quello che scrive (si caro/cara Molto Onorevole 様, da ciò che si dice o si scrive si possono ricavare molte informazioni, più di quante lei sia incline a credere) potrei direttamente dedurre che non è così. Poniamo caso che il/la Molto Onorevole 様 conoscesse questa vicenda e abbia pensato “sarà un caso”. Questo dimostrerebbe che non ha più cercato d’indagare in tal senso. Si veda infatti che questo NON È un caso isolato. Alcuni scrittori hanno cominciato a fornire versioni elettroniche gratis dei propri romanzi. Che siano tutti ammattiti? Può essere. Infondo le ho concesso il benefico del dubbio. Si sa che gli americani sono pazzi. Chissà come mai allora il suo governo cerca/ha cercato di replicarne le qualità. Questo è un caso per Jessica Fletcher, non per me.

Mi dispiace caro, questo è un caso insolubile.

"Mi dispiace caro, questo è un caso insolubile."

  • Difesa del consumatore

Potrei aver letto male (BD), ma parafrasando un passo della legge da lei proposta per la “lotta contro la pirateria online” si legge che “serve a tutelare i poveri autori cinematografici nostrani che lavorano sodo per fornirci film pregiati”. Vede quali sbagli si fanno a voler ostinarsi a non usare il cervello ma la cervice? So che lei può confondersi perché sono “cioé per me sono TROPPO simili kome termini”. Consideriamo la sentenza parafrasata dalla sua legge “lavorano” (termine effettivamente presente nella legge). Lavorare è un termine di cui molti si riempiono la bocca senza sapere che cosa significhi. Lavorare è un termine derivante dal francese arcaico (labourer) con significato di “operare manualmente e anche con l’intelletto”. Un lavoro eseguito unicamente con l’intelletto NON È appropriato chiamarlo tale, e lo stesso vale per un lavoro esclusivamente manuale. La lingua italiana è specifica e deve essere conosciuta (in modo particolare da un politico!), altrimenti si vada alla striglia. Analizziamo i film italiani di maggior rilievo degli ultimi cinque anni: tra i primi classificati come incassi troviamo i film del Boldi e del DeSica. Sono d’accordo con il/la Molto Onorevole 様. Tali sprechi di cellulosa devono essere protetti. Altrimenti come si fa a tenere la gente ad un QI ad una sola cifra? Non sarebbe possibile. La “pirateria” fornisce invece un mezzo sicuro per discernere le schifezze spacciate per capolavori (si veda l’esempio di “28 settimane dopo”), da film buoni (si veda l’esempio di “Thank you for smoking”), da film d’intrattenimento oscenamente schifosi (si veda l’esempio di “Spider Man 3”), da film d’intrattenimento validi (si veda l’esempio di “Coraline e la porta magica”).

Posso assicurare alla Molto Onorevole 様 (penso si sia capito che è una donna da una delle mie affermazioni in questo paragrafo) che questo servizio sopperisce ad una totale mancanza di tutela da parte vostra. Tutela del consumatore e non dello sfruttatore. È scontato come sia necessaria un’educazione alla selezione dei film.

Mi permetta altre piccole osservazioni:

  • Quando leggo che lei sente il bisogno di scrivere sul suo blog che lei ha partecipato ad X percentuale di votazioni. Si fermi a riflettere qualche minuto. Prenda della benzina. Se la getti addosso e si dia fuoco. Grazie. Sputtanare ai quattro venti la sua bravura a raggiungere il Parlamento alle 11 e 30 per premere dei pulsanti non credo sia salutare all’immagine. Contribuisce unicamente a dimostrare quanto siate li a scaldare i posti. Analizziamo con calma il problema: io, operaio in una fabbrica di viti, mi devo svegliare tutte le mattine alle 4, per andare a prendere un treno sudicio e sporco che mi porterà nel casermone in cui lavoro circa dodici (12) ore al giorno. Sono senza assicurazione medica ed ho un contratto di lavoro come precario (i famosi CoCoCo e CoCoPro, fatti dal SUO governo, bella mia! Ciò non toglie che anche gli altri siano dei criminali!). Non posso ammalarmi o stare a casa perché altrimenti mi licenziano. Ma pensi un po’ ho addirittura il 100% di presenze a mio attivo. Analizziamo la sua giornata: sveglia alle 9 e 30, momento di contemplazione davanti allo specchio di quanto sia figa e di cosa potrei ritoccare adesso; caffè con pasta gentilmente offerto dal popolo italiano; faccio shopping in centro a Roma dai negozi più cari, comprando vestiti e robaccia gentilmente offerta dal popolo italiano; urca! Osservare quel vestito in cashmere mi ha portato via più tempo del previsto, adesso devo prendere l’auto blu gentilmente offerta dal popolo italiano; mi faccio scaricare un po’ distante in modo tale che sembri che mi muovo a piedi verso il Parlamento, consumando le scarpe gentilmente offerte dal popolo italiano; entro, mi siedo e penso ai fatti miei fino a quando non devo premere un bottone che so già quale sarà, infondo la dialettica manco so dove stia di casa o cosa sia (no non è una specialità lombarda); trono a fare i fatti miei e scrivo sul blog felicemente che ho al mio attivo oltre il 90% di presenze. Devo continuare? Sarebbe come sparare sulla croce rossa.
  • Caccia ai pedofili: veramente ritenete possibile eliminare la pedopornografia da internet? Se non siete riusciti ad eliminare nemmeno l’immondizia da Napoli (“no, è stata colpa dagli altri!” dirà lei, ma se non sbaglio è il SUO governo ad essersene preso i meriti) pesate seriamente di avere qualche speranza?
  • Vorrei ricordarle che i progetti di legge NON li scrive LEI. Lei lo sa benissimo che ha delle persone appositamente pagate per questo compito.
  • Vorrei ricordarle che utilizzare il tipo di argomentazione “NOI abbiamo ragione, LORO hanno sistematicamente torto” equivale ad essere in un Tirannide. Si fidi, come può leggere dal mio nick so di cosa parlo.
  • Essendo un politico dovrebbe scrivere in italiano non in itagliano. Ma a questo si rimedi presto.
  • Le percentuali statistiche dipendono dal Sistema di Riferimento. È facilissimo far risultare i numeri voluti quando si esegue una statistica. Pensi che per numeri di popolazione superiore al 30 in statistica abbiamo la tendenza all’infinito.
  • Perché non si concentra su problemi realmente risolvibili?

Spero, in futuro di non dover scrivere altri articoli del genere, perché allora sarò molto più kattifo.

(1) L’utilizzo del termine pirateria è oltremodo storicamente sbagliato e antropologicamente scorretto. Utilizzato in modo scorretto dalla totalità delle persone del pianeta, lo rende unicamente un’errata convenzione.

Etciù… letteratura (che se ne va)!

giugno 8, 2009

Fantasy il dizionario lo definisci come un sostantivo femminile indicante un genere letterario e cinematografico che si ispira, per ambiente e personaggi, a temi mitologici e folcloristici, attingendo specialmente(ma non solo, per la miseria!) alla tradizione della fiaba, delle saghe nordiche e ad un Medioevo immaginario. E suppongo che di questa definizione nessuno si stupisca se così è probabilmente vi hanno imbrogliato quando vi hanno venduto il dizionario. Adesso comincerà una storia fantastica:

Tanto e tanto tempo fa, un ragazzo andò in libreria per cercare, come al suo solito, libri di genere e saggi di antropologia. Tuttavia oscure forze erano all’opera. Intento a cercare tra gli scaffali etichettati dall’arcano nome “Einaudi Editore”, gli si avvicinò la commessa. Una donna sulla quarantina con capelli dorati e occhi color del mare (sporco). Ma le apparenze ingannano e sotto quelle spoglie si nascondeva una strega della peggior stirpe: una “promoter”. Contro i subdoli poteri della strega, il giovine nulla poteva. Un bieco incanto lo spinse a comprare il libro della sig. Strazzulla: Gli ORRORI del Crepuscolo. Dopo averlo letto, perdendo fiducia nel genere umano, il giovine si suicidò.

No. Non c’è finale alla Dickens. Tuttavia, un po’ di rimedio si può porre affinché cose del genere non capitino mai più o con la minor frequenza possibile. Una buona recensione di “Gli Eroi del Crepuscolo”(1) la trovate qui. Non è imparziale ma sicuramente è curata in modo egregio. Siete convinti che la storia appena scritta sia fantasy? Vi sbagliate, quella appena scritta è un’oscenità. Per vari motivi:

  • Lo stile lascia parecchio a desiderare
  • La punteggiatura lascia il tempo che trova
  • Cliché ovunque, basti pensare alla strega sotto mentite spoglie
  • Vuole fare della morale da operetta (quel “le apperenze ingannano” è così triste!)

Ad ogni modo, potrebbe benissimo essere pubblicata insieme a molti altri titoli odierni, presenti nelle nostre librerie. Il problema più pressante si presenta sotto la forma di informazioni errate o filtrate male riguardanti il mondo dell’editoria. Dopo aver superato il triste periodo di “tutti possono pubblicare un libro” (o altro esempio) (2). Ci troviamo ad affrontare un problema più insidioso: una pessima scelta negli scrittori pubblicati. Derivante da una pessima scelta nell’assunzione degli editor. Ma siamo sicuri che sia colpa degli editor e chi sono questi editor? Sono gli addetti che leggono e revisionano una copia di un romanzo sia prima di accettarlo per la pubblicazione, sia prima di mandarlo alla stampa. Che il lavoro dell’editor non sia facile è una precisazione d’uopo (onde evitare commenti inutili e fastidiosi). Può esserci una spiegazione alternativa all’incompetenza se gli editor lavorano nel modo che tutti hanno sotto gli occhi: ci si immagini nei panni del revisionista. Si devono visionare parecchi romanzi sciatti, senza gusto alcuno per la propria lingua madre (pieni di “k” e di personaggi “fichi”), la cui lettura può portare a gravi danni alla ghiandola pineale, permanenti. Dovete anche sorbirvi continuamente le noiose telefonate/mail/lettere dei lettori o degli scrittori lamentosi di non essere stati pubblicati o di essere stati corretti. Dopo otto ore di un lavoro del genere sarete probabilmente demoralizzati. Dopo cinque (assumiamo la settimana corta) giorni di lavoro avrete la pelle bianchiccia e faticherete a tenere in mano un libro. Dopo un anno di lavoro sarete molto probabilmente senza un rene. Dopo dieci anni avrete bisogno di un respiratore artificiale e dopo venti sarete all’orlo del suicidio. Tutto questo se eseguirete bene il vostro lavoro di revisione. Le cose però non stanno così. Infondo chi lo fa fare agli editor di perderci in salute per un lavoro fatto bene che verrà poi apprezzato solo da pochi dementi? Nessuno. Ed è qui che c’è l’inghippo. Il/la revisionista dirà: “Pur non essendo un praticante di magia nera, gli anni della mia vita mi servono tutti e non ho nessuna voglia di perderli. Prenderò dei romanzi a caso e li pubblicherò senza nemmeno guardarli. In tal modo penseranno che stia facendo il mio lavoro. E io non ci perderò la salute.”. Non nascondo che anch’io condividerei questa scelta, ma essendo io un praticante di tanatologia magica (ovvero un “negromante”, in termini politicamente scorretti) ed avendo fatto vari patti con entità d’incommensurabile potenza, come l’Omino Michelin e Hello Kitty, posso permettermi di fare un revisione almeno approssimata di molte schifezze editoriali. Questo è il motivo che mi spinge a fare molte recensioni.

Hello Kitty. Demone maggiore, secondo per poteri solamente a Facebook.

Hello Kitty. Demone maggiore, secondo per poteri solamente a Facebook.

Ripeto: non ho intenzione di eseguire in questa sede una recensione del libro della sig. Strazzulla, perché non ne avrei la forza (di rileggerlo), e comunque perché non ho tempo sufficiente da gettare alle ortiche. Che scopo ha questo articolo? Adesso ci arrivo. Vagando per la sconfinata internet (se qualcuno se lo stesse chiedendo, internet è un sostantivo femminile e non maschile perché è il nome di una rete [s.f.]) ho trovato una video intervista stupefacente dell’autrice di Eroi del Crepuscolo.

Sono letteralmente rimasto STUPEFATTO da quello che questa beota (per essere raffinati come il D’Annunzio) ha affermato. L’affermare che la scrittura ti debba uscire come uno starnuto e sia una cosa che non s’impara è una porcheria. Solamente una persona “imparata” può veramente pensare delle scemenze del genere. Eseguiamo un piccolo esperimento mentale: supponiamo che la Strazzulla sia effettivamente nata “imparata”. Poiché io non sono la Strazzulla (ricordate il Principio d’Esclusione di Pauli mi vieta di essere qualcun altro) prenderò la sua spiegazione come descrizione della sua abilità di scrittura. Essa dice che, per quello che sente lei, lo scrivere è qualcosa che “ti viene” (un impulso? Un raptus?) o “come uno starnuto”, ovvero è una sorta di riflesso simpatico.

  • Opzione 1 – Lo Starnuto e La Scrittura:

lo starnuto è un riflesso simpatico. Apprendiamo dalla medicina che i riflessi simpatici si sviluppano sin dalla più tenera infanzia. Quando questi non vengono sfogati c’è il rischio di seri danni alla persona. Se provate a tapparvi il naso mentre starnutite, c’è il serio rischio che il cervello vi schizzi fuori dalle orecchie. La “Scrittura” che intende la Strazzulla non è quella da dizionario, ovviamente, perché questa è etichettata come “rappresentazione visiva del pensiero o della parola mediante codice grafico”, questa è infatti il mezzo con cui esce Lo Starnuto. Se si nasce imparati, vuol dire che tale abilità di Scrittura, come gli starnuti è già presente, supponiamo in età neonatale (ma potrebbe essere anche prima, come il caso del bambino che scalcia). All’età di qualche mese, nessun bambino è un grado di adoperare la scrittura per esprimersi. Quindi quando dovesse venire questo impellente desiderio di esprimersi non ci sarebbe sfogo e l’accumularsi eccessivo di questo sfogo porterebbe a conseguenze in generale mortali (se soffocate la necessità di tossire quando qualcosa vi va di traverso, morireste soffocati). Stando all’Opzione 1 la Strazzulla dovrebbe essere stecchita. Ma non lo è (almeno quando ha scritto il libro non lo era). Quindi la mia ipotesi non funziona. L’Opzione 1 è da scartare. La Scrittura NON È uno starnuto.

  • Opzione 2 – L’Impulso Scrittorio:

l’opzione rimanente è che la Scrittura sia qualcosa che ti prende. Come un raptus. Quando sei in questo stato (di trance?) “devi scrivere” come dice l’autrice. Se c’è un bisogno così impellente, sembra logico assumere che tale impulso sia decisamente forte ma non estremo, quindi è corretto utilizzare la notazione di raptus. Un raptus è un impulso, talvolta violento, che può far perdere la capacità d’intendere e di volere ma ammettiamo che possa creare unicamente uno stato d’ansia. Se una persona prova un tale stato d’ansia è probabile (“Vergava parole di fretta. Guardandosi in torno con circospezione mentre il petto le si solleva come un mantice”) che a lungo andare o divenga pazza o faccia qualcosa per questo stato d’ansia ricorrendo a medicinali. Sopprimendo lo stato d’ansia e quindi l’Impulso di Scrittura non si riuscirà più a scrivere nulla. Secondo questo ragionamento molti pazzi odierni sarebbero buoni scrittori, potrebbe essere.

Effettivamente Jack era un ottimo scrittore. Il matino ha loro in bocca.

Effettivamente Jack era un ottimo scrittore peccato abbia tentato di ammazzare la propria famiglia. "Il mattino ha l'oro in bocca".

Volendo essere meno drastici, si potrebbe unicamente pensare all’impulso come qualcosa di piacevole. In questo caso l’autore si metterà a scrivere un po’ ovunque (anche sui muri!) perché, come dice la Strazzulla, non si può sapere quando ti colpirà questo impulso. Tuttavia la durata media di un impulso piacevole è decisamente breve una volta che lo si soddisfa. Raggiunge un climax per poi scemare vertiginosamente (avete capito a cosa mi riferisco, altrimenti fatevi spiegare la storia dell’ape e del fiore). Quindi le uniche cose che si potrebbe scrivere in questo tempo dovrebbero essere delle frasi, tra l’altro senza connessione logica tra esse. Sotto tutti i punti di vista non sarebbe proprio possibile ricavarne un libro, se non avendo un tempo infinito stando ai postulati della teoria del kaos.

Perché perdo tempo con questo? Semplice. Perché mi crea rabbia l’ignoranza. Cara Strazzulla, sono convinto che se facessi un’analisi interiore (seria!) ti renderesti conto che quello che hai scritto non è un romanzo fantasy ma una porcheria. Con questo non che voglia demoralizzarti. Vuoi diventare scrittrice? Smettila di pensare che sia una cosa che nasce spontanea. Ci sono stati scrittori (Mark Twain) che hanno fatto una buona dose di gavetta prima di diventare quello che sono. Nessuno, a parte i gegni, nasce “imparato”. La tua prosa è decente (quasi buona) e da quel che leggo, con una buona dose di allenamento e lettura (~5000 libri di genere) potresti avere le chiavi per scrivere qualcosa di bello. Non esiste corbelleria più mastodontica del pensare di oter scrivere un libro in età adoloscienziale a furia di starnuti e dl “così come viene”. Le parole d’ordine sono: niente scemenze e allenamento. Via, un po’ di serietà, per la miseria!

*****

(1) Prima che arrivino commenti infervorati da fans della Strazzulla, vorrei precisare che, se qualcuno non sa scrivere un libro ha solo due opzioni:

  1. Non cimentarsi nella maniera più assoluta. Ma poveri noi, troppo sottovalutata come soluzione!
  2. Esercitarsi, esercitarsi, esercitarsi, esercitarsi, esercitarsi, ecc…

Se poi, durante le interviste, si forniscono notizie insolentemente errate è giusto venire messi alla berlina pubblica. Purtroppo senza carrozze non si può fare molto, ma ci si arrangia con quel che si trova.

(2) Stimo il sig. Totti e la sig. Litizzetto relativamente per le proprie doti comiche e atletiche (che siano nell’ordine giusto? Mah?Li confondo sempre).

Anonima sofisti.

giugno 6, 2009

Nel 480 a.C. la Tracia è stata protagonista della nascita del padre della sofistica. La sofistica è una scuola di pensiero filosofico o che nasce in Grecia nel V secolo a.C., in cui si vuole dare maggior peso alla forza retorica che non alla bontà delle argomentazioni quanto tali. È una moda che si protrae trascinando i propri lerci abiti da oltre venticinque secoli. Se osserviamo l’etimologia della parola (mio passatempo segreto) sofista, ci si accorge come questa, in origine non avesse alcuna connotazione negativa. Deriva dal greco SOPHISTES (locuzione: “parlo da sapiente” o “rendo sapiente”) che si origina da SHOPOS (nome: “saggio” o “scaltro”) a sua volta derivato di SOPHIA che tradotto significa arte o dottrina. Saggi erano considerati tutti coloro che avevano raggiunto la perfezione in varie dottrine artistiche e scientifiche. Il punto di rottura con questa concezione si ha con Protagora e la sua banda™ che si autoproclamano saggi della retorica. Oltre a questo, già di per sé scandaloso per la società greca, essi pretesero di essere pagati per diffondere la propria saggezza, cosa che, permettetemi, ricorda molto i dibattiti attuali sul copyright, ma su questo probabilmente scriverò abbondantemente in un prossimo articolo.

Da sottolineare come non metta in discussione l’aspetto della filosofia di Protagora che per altro condivido (ricordo una citazione riassuntiva: “Di tutte le cose è misura l’uomo, di quelle che sono in quanto sono e di quelle che non sono in quanto non sono.”), quanto la strada intrapresa dalla sofistica.

Qualche esempio di come la forza della retorica possa realmente portare a conclusioni errate se usata da inetti (o insetti, a seconda dei gusti):

Argomentazione Deduttiva:

“Tutti gli uomini sono mortali”

“Io sono un uomo”

“Io sono mortale”

Facile e chiaro, vero? E invece NO! perché molto più comunemente si usa la seguente argomentazione.

Errore sofistico:

“Tutte le locomotive a vapore fumano”

“Mia nonna fuma”

“Mia nonna è una locomotiva a vapore”

Assurdo. Sbagliato. Assolutamente errato. Perché? Molto semplicemente c’è una discordia tra il significato del verbo “fumare”, che se usato con sottigliezza può portare a stravolgere completamente la deduzione. Da notare che spesso è questo il metodo usato nella politica e nel tanto acclamato “legalese” (ovvero la lingua della giustizia) ed è altresì per questo che si deve ricorrere a “paroloni difficili” e “termini ad hoc”. Questa è la pura e semplice malattia sofistica. Mi chiedo perché io vi stia spiegando il motivo dell’assurdità del ragionamento, fermo restando che voi non siate locomotori o treni. Se vogliamo essere precisi, dovremmo dire che questa argomentazione è un’anfibolia.

Ma, come diceva qualcuno: “Aspetta, diventa peggio!”. Ho deciso di riportare una carrellata, come si suol dire, di metodi d’argomentazione totalmente SBAGLIATI. Non ci si deve fare ingannare perché non sono migliori della “nonna a vapore”, anzi sono tutti molto peggio!

Argomentazione ad Baculum:

“Questo mio pensiero è corretto.”

“È corretto perché altrimenti ti spezzo le gambe”

Non serve sottolineare (ops, l’ho fatto!) quanto questo atteggiamento sia becero e risorsa di menti deficienti di una seria educazione. Fortunatamente questo tipo di argomentazione è caduta in disuso dopo l’introduzione della polvere nera che ha portato un giusto vantaggio grazie alle armi da sparo.

2001: Odissea nello Spazio - I nostri antenati in foto, utilizzano largomentazione ad baculum, avendo ragione su altri. Nessuno mette in dubbio lefficacia.
2001: Odissea nello Spazio – I nostri antenati in foto, utilizzano l’argomentazione ad baculum, avendo ragione su altri. Nessuno mette in dubbio l’efficacia delle loro opinioni.

Ma questo metodo è di per sé straordinariamente trasparente, perché non si può negare di usarlo (né c’è né alcuna necessità se lo si usa con successo). Vediamo ora alcuni metodi più meschini. Un avvertimento, se doveste sentirvi offesi in qualche modo da tutto quello che seguirà vorrei sinceramente dirvi che… potete andare a quel paese. Se doveste sentirvi offesi siete doppiamente dementi perché non avete letto un’acca di ciò che c’è scritto sul blog e, inoltre, perché vi gongolate utilizzando metodi d’argomentazione fasulli nati dalla mente malata di alcuni filosofi da strapazzo.

Argomentazione ad hominem/Circostantiam:

“Tizio afferma X come vero”

“Caio getta discredito su Tizio o sul contesto in cui è cresciuto”

“X allora non è vero”

Molto diffusa nel metodo della politica attuale. Il distinguo attuale è FONDAMENTALE perché nessuno, nemmeno un mentecatto, si sarebbe sognato in passato di utilizzare questo modo di argomentare (in politica). È evidente come sia di per sé inconcludente perché una qualsiasi persona con intelligenza stimabile a due cifre o più, può capire che pur gettando discredito su qualcuno ciò non toglie che la sua tesi possa essere esatta. Se credete il contrario vi consiglierei di eseguire prima questo e poi di cercarvi un lavoro adatto alle vostre facoltà ridistribuendo, in tal modo, le risorse umane. Farete solo del bene a voi e agli altri. Tornando in argomento, non sono i politici i protagonisti di questo campo, bensì qualcun altro molto più raccomandato. Avete capito. Della casta sacerdotale cristiana ed in generale del clero (inteso come “corpo sacerdotale” in generale).

Ma c’è un motivo se per loro questo metodo è tanto semplice: hanno inventato i peccati. Quindi più una persona è peccatrice meno questa è credibile perché si allontana dal cammino della “luce”. Sinceramente sarebbe come eseguire un esperimento di fisica e tralasciare tutte le misure che “non tornano” con il risultato. A conti fatti conviene enormemente, infondo l’unica cosa che c’è da sacrificare è la propria coscienza e la verità. Da tenere presente che se si viene scoperti tutto il discredito gettato in faccia agli altri piomba addosso come un bel macigno (e ci mancherebbe!).

DeFi stare bene aCtento a KVello Ke dici. Io non approvA tuo atriKolo.
“DeFi stare bene aCtento a KVello Ke dici. Io non approvA tuo atriKolo.”

Argomentazione ad ignorantiam:

“Nessuno ha mai dimostrato che X sia vero/falso.”

“Quindi X deve essere falso/vero.”

Questa è la mia favorita. Personalmente detesto l’ignoranza in ogni sua forma. Detesto le gegnalate di certi siti che dimostrano tutto in questo modo. Ma non c’è da sorprendersi perché gli stessi medici dimostrano tutto in questa maniere (e mi dispiace dirlo ma anche parecchi scienziati che si ritengono scettici(sic) l’adoperano). Una bella porcheria. Per tutti quelli che usano questo metodo, provate a considerare che: “Non è stato dimostrato che se un asteroide da svariate migliaia di tonnellate mi centrasse in pieno io morirei. Quindi non è vero.” Io intanto continuerò a evitare gli asteroidi vaganti.

Nessuno ha mai dimostrato che un asteroide possa schiacciarmi. Pensò il fesso.
“Nessuno ha mai dimostrato che un asteroide possa schiacciarmi.” Pensò il fesso.

Argomentazione ad populum/numerum:

“Tutti ritengono che X sia vero”

“Quindi X è vero”

È lapalissiano il fatto che questo ragionamento è sbagliato sotto ogni punto di vista. Non c’è né uno che tenga. Ma oggi non si può dare nulla per scontato, mi sono accorto come si trovino moltissime persone convinte della bontà(sic) di questo ragionamento. Ora, sarà che sono un fascista/comunista/cristiano/ateo/mussulmano/negro/dittatore/kattifo, ma non riesco ad immedesimarmi nelle persone che trovano un qualche senso logico in questo. Ho provato a guardare per due (2) ore il microonde in funzione alla frequenza massima. Oltre a guadagnarci un terribile mal di testa non sono riuscito ad uccidermi sufficienti neuroni per riuscire a vederci qualcosa di buono. Se cortesemente qualcuno avesse la cortesia di scrivermi una mail in cui m’indicasse i pregi di un tale ragionamento, giuro che lo ringrazierei (per poi insultarlo, ovviamente).

Argomentazione ad Verecundam:

“Tizio è famoso e bello ed afferma X”

“Quindi X dev’essere vero”

Devo commentare? Non credo.

Argomentazione ad Petitio Principii:

“Non siamo sicuri che X sia vero”

“Ma non siamo sicuri che neanche Y (solitamente il contrario di X) sia vero”

“Quindi X deve essere vero”

Meno peggio del precedente ma dalla “luce” siamo ancora lontani. In cosa consiste? Si dimostra che le conclusioni raggiunte sono opinabili quanto le premesse e le ultime vengono giustificate per questo. Ovviamente anche qui il povero Aristotele stà urlando di frustrazione nel buio dell’Orco. A sentire certe sciempiaggini mi vengono le lacrime. Un esempio concreto e attuale sono gli inceneritori. Infatti per dimostrare che non sono cancerogeni si ricorre alle argomentazioni di ignorantiam e petitio principii. Il Dott. Umberto Veronesi è un luminare dell’oncologia, il fatto però di essere un luminare in oncologia non fa di lui un ricercatore, anzi, solitamente sono proprio le persone più affermate che tendono a frenare la ricerca scientifica. Perché? Le cause sono molte: invidia, corruzione, pazzia intrinseca, malumore, ecc… ma in questo caso si tratta della seconda. Ad ogni modo, non volendo investigare oltre sulla vicenda, come fa il Veronesi a mandarti trent’anni (30 anni) di ricerca al macero? È semplice. Dicendo: “Non siamo sicuri che gli inceneritori siano cancerogeni, quindi probabilmente non lo sono. Anzi fornirò la mia approvazione per costruirne quanti ne vorrete.”. E (occhio al passaggio perché è sottile come la gomena di una nave) ovviamente se lo dice il Veronesi volete che non sia vero? (Argomentazione ad Verecundam). Infatti, diciamo proprio che non sia vero. L’AFFERMARE le cose non significa che queste siano VERE.

Dottor Umberto Veronesi. Oncologo.
Dottor Umberto Veronesi. Oncologo.
Un inceneritore approvato dal luminare.
Un inceneritore approvato dal luminare.

Argomentazione ad Hoc:

“X non è in discussione”

“Y conferma X a posteriori”

“Allora X è vera”

Si basa essenzialmente nel fornire una giustificazione a posteriori della propria tesi. Il che di per sé non è scorretto se la tesi fosse sostenuta da un qualche ragionamento. L’esempio più comune è di quell’imbecille di Sant. Anselmo d’Aosta. Volendo dimostrare l’effettiva esistenza di Dio, egli, parafrasando, disse: “Dio è tanto perfetto da non poter mancare della perfezione dell’esistenza. Quindi Dio esiste necessariamente.” Fortunatamente, il monaco Gaunilone gli fece notare con molta delicatezza: “Ma sei demente! Poi ci lamentiamo se nessuno ci crede. Vorrei ben vedere con certa gentaglia che viene fatta santa. Braccia rubate all’agricoltura!”.

L’errore di Anselmo (che commetto ancora oggi MOLTI filosofi) è proprio quello di cui Gorgia, che ricordo fare parte di Protagora e la sua banda™, rideva a crepapelle facendo vedere come non basti pensare che qualcosa esiste perché questa effettivamente compaia. È un dato sperimentale. Provate. Mettetevi danti al monitor e pensate intensamente di possedere mezzo fantastiliardo di berlinghe. Potete sforzarvi fino a farvi uscire le emorroidi dal naso ma il mezzo fantastiliardo di berlinghe non lo avrete mai. Primo perché “fantastiliardo” non è un numero. Secondo perché le berlinghe non sono più conio ufficiale.

Argomentezione ad Logicam:

Veniamo ora alla più difficile da individuare ed anche all’ultima di questo breve excursus (sono stati scritti libri interi su queste sozzure).

“X parte da premesse vere”

“X conduce a conclusioni vere”

“Ma si dice che il ragionamento per arrivare alle conclusioni è errato”

“X è errato”

Da scrivere c’è né veramente poco anche perché questo metodo è troppo raffinato per i moderni interlocutori, comporterebbe un acume linguistico e logico troppo elevato per gli standard moderni.

Gli standard moderni.
Gli standard moderni.

Tiriamo le dovute somme. Spero che questo articolo sia utile a tutti quelli che si sentivano deficienti nel guardare i dibattiti in televisione oppure quelli che leggendo i giornali sentono una strana fitta al cervello. State tranquilli è normale. Non siete voi ad essere malati ma siete solo vittime dell’uso indiscriminato di schifezze logiche. Mi dispiace dirvi che purtroppo allo stato attuale non esiste una cura per gli altri ma potete sempre colpirvi ripetutamente con la cucitrice le zone temporali. In men che non si dica sguazzerete in stupidaggini senza senso e schifezze varie senza nemmeno ricordarvi cosa non andasse. Per tutti quelli che non hanno trovato divertente/utile questo articolo ma sono riusciti ad arrivare fino qui: non datemi retta, sono matto come un gatto.

[Recensione] Medicus (Noah Gordon)

giugno 1, 2009

    Titolo: Medicus

    Autore: Noah Gordon

    Genere: Romanzo “storico”

    Pagine: 652

    Editore italiano: BUR

     Note: Primo di una trilogia (Lo Sciamano e L’Eredità dello Sciamano)

     Trama: Rob J. Cole vive a Londra con fratelli e sorelle trascorrendo un’esistenza pacifica senza aspirazioni. Gli eventi che lo portano ad intraprendere l’apprendistato di cerusico si susseguono con una tale velocità da impedire che lui possa fare qualcosa. La morte della madre e del padre sono il mezzo con cui Rob scopre di avere un “dono” che potrebbe valergli la messa a morte per stregoneria. Trascorrono gli anni della giovinezza in cui, insieme al suo maestro di vita Barber, vaga per quella che appare essere lo sconfinato regno d’Inghilterra. Dopo la morte di Barber, l’ormai uomo Rob J. Cole decide che vuole saperne di più sulle malattie del corpo intraprendendo in questo modo un viaggio che lo condurrà fino alla lontana Persia. Quando lascerà il maestro Ibn Sina e ritornerà in Europa con sua moglie sarà un vero medico.

In un mondo editoriale dove i buoni libri diventano con in passare del tempo una mercanzia assai rara, questo rappresenta sicuramente un romanzo consigliabile. Non ci si tragga in inganno perché non è quello che si dice “di prima scelta”. Da un punto di vista puramente sintattico, la struttura del testo potrebbe essere migliorata eliminando frasi e passaggi superflui. Sembra che nemmeno Gordon sia immune dalla malattia, ormai comune, degli scrittori facinorosi odierni ovvero modi prolissi e poco incisivi. Dediti per l’appunto a dimostrare quanto la loro scrittura sia ricca e variegata, mostrando un gusto più barocco (prendete questo termine come trasposizione di quello artistico e meno di quello letterario) per i fronzoli. Questo in un romanzo di genere è sbagliato. Ma su questo punto non mi dilungo oltre perché non è un’effettiva pecca del romanzo. Un punto decisamente sdrucciolevole (per dirla in termini aretini) nel romanzo riguarda il canone stilistico. L’autore pretende di far vedere “quanto esso sia erudito et colto con il lessico medico”. Fatto che limitatamente può, invero, essere positivo. Anzi, sono assolutamente lieto che lui sia un tale erudito ma alla mia modesta persona importa realmente poco nel momento in cui leggo il libro. Chiariamo questo fatto poiché NON È materia in discussione: se sei uno scrittore e pensi che tutto il lavoro di ricerca che hai fatto per scrivere il tuo romanzo/short story (si tenga presente che si parla di romanzi di genere e non saggi romanzati) debba necessariamente essere “sputato” in faccia al lettore, sei fuori strada di almeno mezzo parsec. Questo, si potrebbe fare nel genere del saggio dove solitamente le citazioni dotte vengono riservate strettamente all’argomento in attinenza. Da questo punto di vista il romanzo pretende di utilizzare un lessico colto anche quando questo non è necessario ma anzi è sconsigliabile. Sospetto che Noah Gordon abbia invece, da giornalista, voluto registrare e scherzare sulla spocchia di taluni medici.

Altra pecca che fa perdere il titolo di “prima scelta” è la trovata del “dono”. Il dono di Rob J. consiste nel sentire quando la vita lascia il corpo di una persona, cosa che potrebbe essere interessante per un romanzo di genere fantastico, ma in questo caso il genere è storico. Una differenza notevole della quale non debbo essere certo io a riferire all’autore [1]. Oltretutto questo dono non è ben chiaro cosa realmente faccia perché se in un primo luogo sembra poter dare una sensazione di quando la vita lasci il corpo, il momento successivo (parliamo di meno di una trentina di pagine) questo acquisisce connotazioni divinatorie, errore che si ripete in modo alternato per tutto il romanzo quasi che Noah Gordon volesse con questo dare un ritmo agli avvenimenti. Si aggiunga anche che tale dono è senz’altro esiziale (per utilizzare un lessico simile al romanzo) ai fini della storia poiché totalmente ininfluente. 

Ma qui finiscono le dolenti note perché tolto l’inutile dono del personaggio, le descrizioni fatte dall’autore sono veramente eccellenti, la storia discretamente coerente con se stessa anche si possono trovare dei punti in cui viene da chiedersi: “Ma perché dovrebbe farlo?”. In generale il romanzo è buono con alcune pecche per lo più nella parte narrativa. Non essendo abituato a fornire voti, cosa che per altro trovo risibile, dirò semplicemente che il romanzo mi è piaciuto.

*****

[1] Si veda la differenza tra romanzo storico e romanzo fantasy

Prologo

Maggio 21, 2009

 

Immagino che essendo questo il primo post si dovrebbe fare una sorta di introduzione formale. Non sono portato nel presentare la mia persona. Non lo sono mai stato. Lascerò che a parlare sia la mia poesia preferita, scritta da T. S. Eliot, sicuramente lui era decisamente più portato di me nella scelta consona di parole. Non mi resta che augurare buona lettura nella speranza che almeno un poco vi possa piacere.

 

The Love Song of J. Alfred Prufrock

 

S’io credessi che mia risposta fossea persona che mai tomasse al mundo,

questa fiamma staria senza piu scosse.

Ma per cio che giammai di questo fondo

non torno vivo alcun, s’i’odo il vero,

senza tema d’infamia ti rispondo.

–[Epigraph]

LET us go then, you and I,

When the evening is spread out against the sky

Like a patient etherised upon a table;

Let us go, through certain half-deserted streets,

The muttering retreats

Of restless nights in one-night cheap hotels

And sawdust restaurants with oyster-shells:

Streets that follow like a tedious argument

Of insidious intent

To lead you to an overwhelming question…

Oh, do not ask, ‘ What is it? ‘

Let us go and make our visit.

 

In the room the women come and go

Talking of Michelangelo.

 

   The yellow fog that rubs its back upon the window-panes,

The yellow smoke that rubs its muzzle on the window-panes,

Licked its tongue into the corners of the evening,

Lingered upon the pools that stand in drains,

Let fall upon its back the soot that falls from chimneys,

Slipped by the terrace, made a sudden leap,

And seeing that it was a soft October night,

Curled once about the house, and fell asleep.

 

And indeed there will be time

For the yellow smoke that slides along the street

Rubbing its back upon the window-panes;

There will be time, there will be time

To prepare a face to meet the faces that you meet;

There will be time to murder and create,

And time for all the works and days of hands

That lift and drop a question on your plate;

Time for you and time for me,

And time yet for a hundred indecisions,

And for a hundred visions and revisions,

Before the taking of a toast and tea.

 

   In the room the women come and go

Talking of Michelangelo.

 

   And indeed there will be time

To wonder, ‘ Do I care? ‘ and, ‘ Do I dare? ‘

Time to turn back and descend the stair,

With a bald spot in the middle of my hair–

(They will say: ‘ How his hair is growing 
thin! ‘)

My morning coat, my collar mounting firmly to the chin,

My necktie rich and modest, but asserted by a simple pin–

(They will say: ‘ But how his arms and legs are thin! ‘)

Do I dare

Disturb the universe?

In a minute there is time

For decisions and revisions which a minute will reverse.

 

For I have known them all already, known them all–

Have known the evenings, mornings, afternoons,

I have measured out my life with coffee spoons;

I know the voices dying with a dying fall

Beneath the music from a farther room.

So how should I presume?

 

And I have known the eyes already, known them all–

The eyes that fix you in a formulated phrase,

And when I am formulated, sprawling on a pin,

When I am pinned and wriggling on the wall,

Then how should I begin

To spit out all the butt-ends of my days and ways?

And how should I presume?

 

And I have known the arms already, known them all–

Arms that are braceleted and white and bare

(But in the lamplight, downed with light brown hair!)

Is it perfume from a dress

That makes me so digress?

Arms that lie along a table, or wrap about a shawl.

And should I then presume?

And how should I begin?

 

             *        *       *     *       *

 

Shall I say, I have gone at dusk through narrow streets

And watched the smoke that rises from the pipes

Of lonely men in shirt-sleeves, leaning out of windows?…

 

I should have been a pair of ragged claws

Scuttling across the floors of silent seas.

 

                     *       *       *       *       *

 

And the afternoon, the evening, sleeps so peacefully!

Smoothed by long fingers,

Asleep…tired…or it malingers,

Stretched on the floor, here beside you and me.

Should I, after tea and cakes and ices,

Have the strength to force the moment to its crisis?

But though I have wept and fasted, wept and prayed,

Though I have seen my head (grown slightly bald) brought in upon a platter,

I am no prophet–and here’s no great matter;

I have seen the moment of my greatness flicker,

I have seen the eternal Footman hold my coat, and snicker,

And in short, I was afraid.

 

And would it have been worth it, after all,

After the cups, the marmalade, the tea,

Among the porcelain, among some talk of you and me,

Would it have been worth while,

To have bitten off the matter with a smile,

To have squeezed the universe into a ball

To roll it towards some overwhelming question,

To say: ‘ I am Lazarus, come from the dead,

Come back to tell you all, I shall tell you 
all’–

If one, settling a pillow by her head,

Should say: ‘ That is not what I meant at all.

That is not it at all. ‘

 

And would it have been worth it, after all,

Would it have been worth while,

After the sunsets and the dooryards and the sprinkled streets,

After the novels, after the teacups, after the skirts that trail along

the floor—

And this, and so much more?–

It is impossible to say just what I mean!

But as if a magic lantern threw the nerves in patterns on a screen;

Would it have been worth while

If one, settling a pillow or throwing off a shawl,

And turning toward the window, should say,

‘ That is not it at all,

That is not what I meant at all. ‘

 

                               *       *       *       *       *

 

   No!  I am not Prince Hamlet, nor was meant to be;

Am an attendant lord, one that will do

To swell a progress, start a scene or two,

Advise the prince; no doubt, an easy tool,

Deferential, glad to be of use,

Politic, cautious, and meticulous;

Full of high sentence, but a bit obtuse;

At times, indeed, almost ridiculous–

Almost, at times, the Fool.

 

   I grow old…I grow old…

I shall wear the bottoms of my trousers rolled.

 

   Shall I part my hair behind? Do I dare to eat a peach?

I shall wear white flannel trousers, and walk upon the beach.

I have heard the mermaids singing, each to each.

 

I do not think that they will sing to me.

 

I have seen them riding seaward on the waves

Combing the white hair of the waves blown back

When the wind blows the water white and black.

 

We have lingered in the chambers of the sea

By sea-girls wreathed with seaweed red and brown

Till human voices wake us, and we drown.